Marble: Living Material, History, and Truth (#50)

Horm Stories #50

Quando si parla di marmo, l’immaginazione corre veloce tra colonne antiche e palazzi moderni, tra sculture del Rinascimento e tavoli di design. Il marmo è materia viva: nasce dalla terra, cresce sotto pressione, matura nel silenzio delle cave e poi prende forma tra le mani dell’uomo. Eppure, c’è ancora tanto da scoprire su questa pietra che ha attraversato i secoli senza mai perdere fascino.

Il più celebre è il Marmo di Carrara, che dai rilievi delle Alpi Apuane ha scolpito la storia dell’arte e dell’architettura. Non esiste un solo Carrara, ma molte varianti, ognuna con sfumature e venature uniche che lo rendono sempre diverso, mai banale. È apprezzato per la sua omogeneità, certo, ma anche per quella delicata traslucenza che solo la pietra naturale sa offrire.

Poi c’è il Nero Marquina, proveniente dai Paesi Baschi spagnoli. Una pietra profonda, scura come l’inchiostro, interrotta da venature bianche che sembrano disegnate a mano libera. Curiosamente, non è tecnicamente un marmo, ma una pietra calcarea molto compatta. E proprio per questa sua origine, riesce a unire eleganza e carattere con straordinaria efficacia.

L’Emperador, invece, ci accompagna in territori più caldi. Il più famoso proviene dalla Spagna, dalle regioni di Murcia e Alicante, e si divide in due varianti principali: Emperador Dark, dal fondo marrone scuro punteggiato di venature bianche, beige o dorate; e Emperador Light, più chiaro, con tonalità nocciola e venature delicate. Ma esistono anche versioni di Emperador estratte in Turchia, come il Silver o il Brown, che differiscono per tonalità e venature. Sono marmi dai toni terrosi, eleganti, e capaci di adattarsi tanto ad ambienti classici quanto a quelli contemporanei.

Quello che molti non sanno è che il marmo, oltre ad essere bellissimo, è anche delicato. È poroso, sensibile agli acidi: basta una goccia di caffè o un detergente sbagliato per lasciarvi un segno. Richiede attenzione e rispetto.

Alcuni scelgono di proteggerlo applicando pellicole trasparenti che lo rendono più resistente, ma queste tendono a creare un effetto “plastificato” che ne appiattisce la profondità visiva.

Noi in Horm preferiamo lasciare il marmo così com’è: naturale, autentico, vivo.
Per valorizzarne la superficie, utilizziamo un processo di lucidatura a base di polveri cristallizzanti o paste abrasive leggere, che esaltano la brillantezza senza coprirne la materia. Il risultato? Una lucentezza autentica, che non tradisce l’essenza della pietra, ma la rivela.

Perché per noi, il marmo è come un’opera d’arte: non va protetto con una pellicola, ma con la cura quotidiana e lo sguardo consapevole di chi lo vive.

Oggi molti produttori propongono ceramiche che imitano il marmo. Imitano il colore, la venatura, persino la texture. Ma non potranno mai riprodurre la profondità, la tridimensionalità, la storia impressa in una vera lastra naturale.

Noi di Horm scegliamo la verità della materia, non la sua simulazione. Perché chi sceglie Horm è un cliente attento, curioso, esigente. E merita materiali veri, non repliche industriali.

Ed è proprio la diversità espressiva di questi materiali che ci ha ispirati.

In Horm, li abbiamo scelti per alcune delle nostre collezioni più iconiche: dal tavolo Barbara, che unisce il rigore della forma alla ricchezza della materia, ai tavolini Ragtime, dove la pietra dialoga con il legno e il metallo per raccontare storie nuove.

Il marmo, dopotutto, non è solo materia. È narrazione solida.
Ogni lastra porta con sé la memoria di un paesaggio, la mano di un artigiano, l’occhio di un designer.
Non ce n’è una uguale all’altra—e forse è proprio questo che lo rende così affascinante.

Carrara, Marquina, Emperador: tre luoghi, tre identità, un unico filo conduttore.
La ricerca dell’eccellenza.
Ed è da qui che parte ogni nostra storia.

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